
“Midnight in Paris” racconta la storia di Gil (Owen Wilson), aspirante romanziere, che lascia Hollywood e il suo lavoro di sceneggiatore per accompagnare la fidanzata Inez e la sua famiglia in un viaggio nella capitale francese. Qui rimane stregato dalle atmosfere e dagli ambienti che rimandano ai gloriosi tempi passati e, novello “Cenerentolo”, viene catapultato negli anni Venti dove conoscerà i suoi idoli letterari e i grandi esponenti della vita artistica parigina.

Ironia confinante col sarcasmo, riferimenti colti presentati con leggerezza, humour misto a un pizzico di irriverenza - lo “stile Allen” - per trattare il tema dell’insoddisfazione verso i propri tempi e il desiderio di rifugiarsi in un passato attraente proprio perché trascorso, affascinante perché idealizzato. La continua ricerca di qualcosa di diverso e di stimolante per trovare nuove occasioni, nuovi inizi, ma infine la consapevolezza che, nonostante tutto, non si può scappare da sé stessi perché “l’artista non è chi fugge, ma chi, con la sua opera, cerca di dare senso e speranza di fronte all’insensatezza dell’esistenza”.
Una realtà che trascenda la sola vita artistica per riversarsi sull’esistenza umana, sulle sue debolezze e sulle paure uguali in tutte le epoche.
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