mercoledì 30 dicembre 2009

Sherlock Holmes

Attesissimo è arrivato sul grande schermo il 25 dicembre Sherlock Holmes, cadeau natalizio del regista Guy Ritchie.
Già i trailer ci avevano preparato ad un Holmes lontano dall'immaginario comune che - a torto o a ragione - faceva del celeberrimo investigatore londinese un composto uomo della Londra vittoriana ed è proprio ad uno Sherlock distante dall'iconografia e dai canoni della precedente tradizione cinematografica e televisiva che ci troviamo davanti in questo avvicente e frizzante film del regista britannico.
Uno straordinario Robert Downey Jr dà vita ad un protagonista che, nonostante le possibili perplessità, sono sicura non deluderà anche i più accaniti fan del personaggio nato dalla penna e dalla fantasia di Arthur Conan Doyle.
Atletico dal fisico scolpito, indolente nei periodi di ozio, leggermente prevaricatore e provocatore nei confronti del caro amico Watson (Jude Law), ironico e pungente nei riguardi del commissario Lestrade (Eddie Marsan) e perfino un po' sbruffone, questo Sherlock Holmes non abbandona, però, quella che è la sua peculiare caratteristica: un'estrema attenzione ai particolari e una spiccatissima capacità logico deduttiva. Caratteristica sottolineata, a livello registico, dalla scelta dello slow motion, quest'ultima gli tornerà utile non solo nella risoluzione dei casi, ma anche nei combattimenti clandestini ai quali si dedica nel tempo libero.
In una Londra brulicante di vita dai bassifondi ai quartieri dell'alta borghesia e sullo sfondo di un Tower Bridge in costruzione, Sherlock Holmes deve affrontare la minaccia di Lord Blackwood (Mark Strong) affiliato di una setta esoterica che intende stravolgere il corso della storia.
Tra rocambolesche imprese da action movie e intrecci amorosi che vedono coinvolta Irene Adler (Rachel McAdams), scaltra criminale in grado di mettere in scacco perfino Holmes col proprio ascendente, non perde mordente la trama poliziesca in grado di mantenere accesa la curiosità dello spettatore fino all'epilogo.
Nel complesso risulta vincente questa rivisitazione cinematografica che, grazie soprattutto ad una azzeccatissima scelta del cast, ridona verve a questa figura forse meno lontana dalle originali intezioni dell'autore letterario di quanto si possa immaginare...leggere per credere!



VOTO: /5

martedì 27 ottobre 2009

UP

Dopo topolini dalle incredibili capacità culinarie (Ratatouille), robottini compatta rifiuti (Wall-e), superbolidi a quattro ruote (Cars) la Disney-Pixar lancia sullo schermo UP, il suo ennesimo gioiello d'animazione che porta in primo piano la terza età.
Protagonista probabilmente ancora inusuale per un cartoon, ma attualissima in un mondo (specialmente occidentale) in cui la percentuale degli anziani è in continua crescita, la Vecchiaia si presenta in tutte le sue sfaccettature.
Lontano dall'edulcorata immagine dei dolci e pacifici pensionati, Carl Fredricksen è un settantonne che,"imburberitosi" in seguito alla perdita della moglie, trascorre il suo tempo in solitudine, circondandosi del suo passato e dei ricordi-feticcio di una vita felice. Costretto a fare i conti con la speculazione edilizia e con il turbinio di una realtà che vuole destinarlo al tranquillo ritiro in una casa di riposo full-optional, Carl decide di non arrendersi e di aggrapparsi letteralmente -casa al seguito- al sogno da sempre inseguito insieme all'adorata moglie.
Non ha fatto, però, i conti con Russel simpaticissimo e maldrestro scout che, per rendersi utile e guadagnare la tanto agognata spilletta che gli permetterebbe di passare del tempo con suo padre, si ritrova compagno di avventure di questo sorprendente vecchietto.
Ed è dal meraviglioso e proficuo incontro di due generazioni che nasce un viaggio pieno di avventure verso il Sud America, sulle orme di Charles Muntz, famoso esploratore, che incarnerà un altro risvolto dell'età avanzata: l'egoismo e il desiderio di riscatto.
Tra pennuti in via di estinzione, cani dai tecnologici collari e imprevisti di origine atmosferica, Carl e Russel si inoltrano in un percorso che va ben al di là dei km e che, in un continuo scambio bilaterale, li porterà ad una solida amicizia.
In un universo in cui gran parte della generazione degli adulti iperimpegnati fa sentire la sua mancanza sia nei confronti del mondo infantile che in quello degli anziani, l'incontro tra i due protagonisti arricchisce l'esistenza di entrambi, permettendo a Carl di lasciare andare i fantasmi del passato e di riscoprire il vero valore dei sentimenti e del calore umano e al piccolo Russel di ritrovare in questo "nonno" speciale il sostegno e la saggezza dell'esperienza.
Degno di nota è l'inizio del film che racconta con grande delicatezza e garbo la storia di un grande amore che, a mio parere, può rientrare a pieno titolo tra le sequenze più romantiche e toccanti della storia del cinema.
Una piccola nota, come ormai consuetudine, va anche al piccolo capolavoro formato mignon costituito dal corto introduttivo che, nato dalla sconfinata fantasia degli sceneggiatori Pixar, racconta l'origine dei "teneri" fagottini trasportati dalle cicogne.



VOTO: /5

domenica 28 giugno 2009

Coraline

"Fai attenzione a quello che desideri!" Mai sottotitolo avrebbe potuto essere più azzeccato per Coraline, ultimo gioiellino dell'animazione firmato Universal che racconta la storia di una ragazzina alle prese con il trasferimento in una nuova e piuttosto spaventosa abitazione. La noia, la sensazione di essere trascurata dai genitori troppo impegnati nella stesura di un catalogo di piante e una misteriosa bambola -la cui genesi per opera di rapidissime dita affilate come cesoie è l'inquietante prologo alla vicenda- porteranno la giovane protagonista in un mondo parallelo. Qui, una volta attraversata una piccola porta presente nel soggiorno della sua casa, Coraline penserà di aver trovato la realizzazione di tutti i suoi sogni con due genitori premurosi e accondiscendenti, perfetti cloni della famiglia reale se non fosse per due bottoni al posto degli occhi. Presto, però, si accorgerà di come possa essere sottile il confine tra sogno e incubo e sarà costretta a rivedere le sue prospettive.
Accompagnata in questo viaggio, che a tutti gli effetti può dirsi di formazione, da un gatto parlante e da uno strambo centauro, Coraline incontrerà sulla sua strada pittoreschi e surreali vicini di casa che contribuiranno a donare all'atmosfera un che di magico e di pungente.
Il film, tratto da un romanzo di Neil Gaiman, è scritto e diretto da Henry Selick, già coautore e regista insieme a Tim Burton di Nightmare before Christmas. Completamente girato in stop motion, Coraline è realizzato in 3D, anche se personalmente ritengo che gli occhialini stereoscopici poco aggiungano ad un racconto che già di per sè risulta inquietante e affascinante allo stesso tempo. In questa deformazione della realtà che comincia immediatamente con la storpiatura del nome della protagonista, il brivido si mescola all'ironia e alla meraviglia per un cartoon che strega. Da non perdere in questo cinema di inizio estate.






VOTO:
/5

lunedì 20 aprile 2009

Giro di valzer

Domenica 19 aprile è andato in scena sul palco del Teatro Cesare Volta del quartiere Scala di Pavia lo spettacolo "Giro di valzer". La rappresentazione teatrale è il risultato di sei mesi di lavoro, condotto dall'associazione "Calypso-Il teatro per il sociale", che ha visto gli anziani delle APS (Associazione di Promozione Sociale) di Pavia protagonisti di un percorso laboratoriale nell'ambito del progetto "I teatri del raccontare", finanziato dalla Regione Lombardia-Famiglia e Solidarietà Sociale.
Ne è nato uno spettacolo emozionante ed evocativo imperniato sul filo dei ricordi, delle sensazioni e dei racconti legati alla musica e alla magia delle note che portano con sè il sapore di tempi passati, ma sempre vivi e attuali nei cuori dei protagonisti e non solo.
Come ricordato dai membri dell'associazione che ha guidato questo laboratorio teatrale, ancor più che il risultato finale, ciò che conta maggiormente in questo tipo di rappresentazioni è il lavoro preparatorio attraverso il quale sono nati gli spunti e le memorie all'origine della rappresentazione e grazie al quale i partecipanti si sono avvicinati a quelli che sono principi cardine del teatro sociale. Un teatro, forse ancora poco noto ai più, che sta vivendo però un sempre più rapido sviluppo anche nel territorio pavese e che fa della condivisione, della partecipazione attiva, dello stare insieme, della discussione e dell'elaborazione di nuovi e profondi legami sociali la sua forza. Una forza potente che colpisce lo spettatore e che, risentendo notevolmente anche del legame con il territorio, è in grado di generare uno spettacolo nello spettacolo scaturito dalla risposta -talvolta anche decisamente attiva- da parte della numerosa platea: dei coetanei e conoscenti dei protagonisti che rivedono sul palco un patrimonio di immagini condivise e dei più giovani che entrano in contatto con un mondo in parte nuovo e affascinante.
Ecco allora che tra le note dei loro brani preferiti e delle filastrocche della loro infanzia, gli anziani si fanno assoluti protagonisti di un mondo in bilico tra passato e presente, fatto di corteggiamenti, battibecchi, dichiarazioni d'amore, giochi e riunioni tra amici.
A permeare l'atmosfera la loro palpabile ansia da palcoscenico che si trasforma in impegno, dedizione, emozione ed entusiasmo. Un entusiasmo e una capacità comunicativa che fanno centro e che aprono uno squarcio su una potenzialità del teatro che, talvolta, viene dimenticata davanti a spettacoli, per così dire, convenzionali e che in una domenica pomeriggio in un piccolo teatro di quartiere è stato un vero piacere riscoprire.



VOTO: /5

giovedì 19 marzo 2009

Buon viaggio professore......

In un blog che, per quanto modestamente, parla di cinema non poteva mancare un ultimo saluto a un professore che di cinema ha vissuto e che ha insegnato ai suoi studenti ad amarlo ancora di più......così ho deciso di usare le parole che chi la conosceva bene ha scelto di dedicarle con grande affetto.....buon viaggio professore.


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

(Eugenio Montale, Ho sceso dandoti il braccio...)

martedì 17 marzo 2009

India

Lunedì 16 marzo è andato in scena al teatro Fraschini lo spettacolo India per la rassegna "Altri percorsi". E proprio della scoperta di altri percorsi si tratta, percorsi che fanno avventurare lo spettatore nell'appassionante mondo delle credenze e della mitologia di uno dei paesi più affascinanti dell'Oriente.Mara Baronti, attrice che da molti anni si dedica al teatro di narrazione, ci guida -sotto la regia di Alfonso Santagata- nell'esplorazione di un vasto repertorio di racconti e di miti fondativi della cultura e della religiosità indiana. Ci avviciniamo così -attraverso le storie di figure divine quali Brahma, Shiva, Vishnu, Kama, Sati e molti altri- alle leggende sulle origini del mondo, della morte, della passione e della concezione ciclica della vita. Così lontana dall'approccio lineare del mondo occidentale, questa visione del tempo, di uno scorrere e ricorrere di tutte le cose da cui nessuno e niente è escluso è più volte richiamata nel corso dello spettacolo, oltre che dalle parole, dall'immagine riccorrente delle ruota suo simbolo chiave.La voce suadente e coinvolgente della narratrice si amalgama con un apparato scenico di straordinaria ricchezza ed eterogeneità, realizzato da Beatrice Meoni. Pannelli mobili e trasformabili, sui quali vengono proiettate luci, immagini e video, vengono animati da Cristina Alioto e Patrizia Belardi che danzando, cantando e suonando, con grande perizia e raffinatezza, danno vita a quadri di grande fascino. Uno fra tutti il ballo della gonna roteante che sembrava, a tratti, sospeso in un ritmo surreale di rallentamento e accelerazione.
Per concludere con un triplo finale del quale vorrei ricordare l'ultimo aneddoto: un racconto che ci porta a riflettere su come, nonostante tutte le differenze filosofiche e religiose, l'interrogativo principe dell'uomo -qualunque sia la sua cultura- sia la ricerca incessante di un senso della vita che si ritroverà a pieno solo con il ritorno al Tutto:

Una bambola di sale aveva mille domande e dubbi e desiderava
conoscere l'oceano che le aveva dato la vita per interrogarlo
e per dare una risposta a tutte le sue perplessità.
Arrivò all'oceano carica di tutte le sue incertezze e,
non appena mise piede nell'acqua che l'aveva generata,
si sciolse e tutte le sue inquietudini sparirono;
non aveva più dubbi, nè domande...
era tornata all'Origine.



VOTO: /5

domenica 15 marzo 2009

Bello di papà

Un "canoa" di risate arriva al teatro Fraschini di Pavia dal 13 al 15 marzo con la commedia di Vincenzo Salemme "Bello di papà".
Cosa accade se nella vita di un ultraquarantenne, eterno fidanzato, maniaco dell'arredamento e allergico alle responsabilità, piombano uno strambo psichiatra (Giovanni Ribò) e un bambinone un po' cresciuto (Domenico Aria) in cerca di una figura genitoriale maschile di riferimento? Questo è proprio ciò che scopriremo lungo le due ore di spettacolo che vedono nei panni del protagonista, l'affermato dentista Antonio, uno strepitoso e travolgente Vincenzo Salemme. L'uomo, talmente allergico alla paternità che perfino i suoi amici allo scoprirlo PADRE credono si sia fatto prete, viene coinvolto -contro ogni sua volontà e con la complicità della compagna Marina (Yuliya Mayarchuk)- in un bislacco progetto terapeutico che lo costringerà a confrontarsi con le suo più temuto incubo. Ma per il povero dentista le cose si fanno ancora più complesse visto che, oltre alla improvvisa "nascita", dovrà frontaggiare anche le curiosità e le incursioni di una famiglia d'origine che più assortita e variopinta di così non si può: il cognato Attilio (Nicola Acunzio), la sorella (Susy Del Giudice), la madre (Adele Pandolfi). Se poi ci si mettono anche un assistente (Antonio Guerriero) un po' confusionario e una malcapitata paziente (Roberta Formilli), il divertimento è assicurato.
In una scenografia accattivante e funzionale ai cambi di scena, firmata da Alessandro Chiti, tutti i personaggi si inseriscono e si amalgamano in una compagine comica fatta di perfetta sintonia e di precisa scelta dei tempi, di giochi linguistici e battute umoristiche e di gestualità sapientemente sfruttate a sottolineare gli scambi di battute.
In un turbinio incalzante e coinvolgente Vincenzo Salemme, forte della sua napoletanità consapevolmente e non esageratamente impiegata, colpisce il pubblico che viene coinvolto materialmente nella rappresentazione e non può fare a meno di ridere di fronte alle avventure di questo eterno Peter Pan, come ce ne sono tanti.
E come in ogni commedia che si rispetti, che riesca con leggerezza e ironia a tratteggiare un fenomeno di costume senza però dimenticare di fornire un aggancio alla riflessione, alla fine -volente o nolente- il nostro Antonio farà i conti con il suo istinto paterno che, per quanto nascosto e rimosso, non potrà soffocare....perchè forse le responsabilità, una volta affrontate, non sono poi così male.



VOTO:/5

lunedì 9 marzo 2009

Il dubbio

Ti attanagli, ti stringe il cuore nel petto, non ti fa dormire, ti lacera.......il dubbio. Quel sospetto che non lascia spazio ad altro, che travolge e stravolge le vite come una valanga non sempre giustificata, che non lascerà mai più le cose come erano prima è al centro dello spettacolo teatrale andato in scena dal 3 al 5 marzo presso il teatro Fraschini di Pavia.
Il testo nato nel 2004 dalla penna di John Patrick Shanley e vincitore del premio Pulitzer nel 2005 è stato adattato per il palco da Margaret Mazzantini per la regia di Sergio Castellitto. In una scenografia essenziale, fatta di quinte mobili che disegnano forme simboliche e di mutamenti di ambiente svelati apertamente al pubblico, si racconta la storia di Padre Flynn, (Stefano Accorsi) sacerdote cattolico attivo presso una scuola religiosa, che viene accusato di aver molestato un ragazzino di colore. Paladina di questa crociata contro il prete è Suor Aloisia (Lucilla Morlacchi), direttrice della scuola che, confermata nei suoi precedenti sospetti dalla testimonianza involontaria di Suor James (Alice Bachi), ne chiede la sospensione dall'incarico.
Lucilla Moralcchi dà vita ad un'intensa Suor Aloisia che, legata a schemi e preconcetti educativi di vecchio stampo, procede dritta sulla sua strada mostrando a volte una eccessiva severità nei confronti non solo del sacerdote, ma di tutti coloro che la circondano. Tuttavia la donna, al di là dei pregiudizi e della mentalità chiusa, sembra animata dalla sincera volontà di impedire che fatti tanto riprovevoli si verifichino ai danni di un bambino.
Stefano Accorsi interpreta un Padre Flynn che, continuando a professarsi innocente, vuole farsi esempio di un rapporto con i ragazzi legato al rispetto reciproco e alla comprensione e che, nelle sue prediche, sostiene con forza e impeto la pericolosità della calunnia e del pettegolezzo.
Da questo scontro nessuno riuscirà ad uscire indenne dal dubbio. Le certezze si incrinano, le convinzioni si offuscano e nemmeno il pubblico, altalenando tra i due opposti fronti, riuscirà a trovare una risposta definitiva a questo dilemma.
Questo spettacolo, in cui il vero e unico protagonista è appunto il dubbio con i suoi meccanismi sottili, ma inarrestabili, inevitabilmente riporta a una condizione che va ben al di là del fatto contingente e che permea l'intera esistenza umana specialmente nei periodi di crisi.



VOTO: /5

domenica 8 febbraio 2009

Michelina

Cosa succede se la penna di un apprezzato autore teatrale pavese si incontra con l'esuberanza e la freschezza di un'attrice che è diventata compagna della sua vita? Il connubbio può dare origine a pièce teatrali come "Michelina", frizzante commedia musicale che è andata in scena dal 3 al 5 febbraio sulle tavole del teatro Fraschini di Pavia.
Nata dall'inventiva di Edoardo Erba, la storia -che vede come protagonista femminile Maria Amelia Monti- racconta la vicenda di Arturo Bonavia (Giampiero Ingrassia), cantante sentimentale, il quale trascina Michelina dal mondo delle mondine lomelline, dominato da fatiche e pulsioni elementari, alla ribalta dell'avanspettacolo di second'ordine. Durante la loro tournèe per le piazze di Gropello Cairoli, Scaldasole, Montù Beccaria, Spessa Po, Castel San Giovanni, assistiamo alla trasformazione di questa giovane e semplice, ma non sprovveduta, mondina che senza falsi moralismi e sovrastrutture si avvicina al mondo del teatro, fatto di piani e livelli di finzione e immedesimazione, originando esileranti momenti di comicità, ancor più apprezzati dal pubblico pavese che riconosce nei luoghi citati i posti della propria quotidianità. Come se non bastasse, ad aumentare il grado di ilarità si aggiunge la vicenda del cardinal Dorigo (Amerigo Fontani) che, insieme a padre Tomaino (Gianni Pellegrino) e sotto la supervisione del cardinal Corso (Mauro Marino), cerca prove per il processo di santificazione di Suor Ercolina d'Afragola in missione a Gropello (Anna Lisa Amodio) e troverà invece l'amore.
Su una trama di battute incentrate sui contrasti, sui giochi e sulle scelte lessicali, sempre semanticamente e musicalmente calibrate e mai lasciate al caso -cifra stilistica e distintiva di Edoardo Erba- si inserisce perfettamente la personalità di Maria Amelia Monti che dà vita ad una Michelina talvolta ingenua, buffa e spontanea la quale, nonostante la poca istruzione ed esperienza, sa riconoscere i veri valori della vita. Con la sua coinvolgente irruenza e naturalezza l'attrice si rivela una sorpresa anche dal punto di vista canoro e con i colleghi, non meno brillanti e spiritosi, riesce a ricostruire, tra una risata e l'altra, l'atmosfera del dopoguerra fatta a volte ancora di disagi, ma anche di desiderio di rinascita e di vitalità.
Nella stagione teatrale pavese non poteva mancare questo spettacolo che con leggerezza, gusto e tanto divertimento mescola, anche con un pizzico di irriverenza mai irrispettosa però, spettacolo, lustrini e paillettes a tonache, santi e preghiere, in un mondo dove ad avere la meglio è comunque e senza pretese l'amor che move il sole e l'altre stelle.


VOTO: /5

martedì 6 gennaio 2009

Madagascar 2

Torna sugli schermi la strampalata banda di animali newyorkesi questa volta alle prese con un esilerante ritorno alle origini...con Madagascar 2, diretto da Eric Darnell e Tom McGrath, la Dreamworks centra un'altro successo.
Raro caso in cui un sequel è addirittura meglio del suo precedente cinematografico, questo film di animazione colpisce per la vivacità e la freschezza delle situazioni create e per la capacità di esaltare e sfruttare al massimo le potenzialità comiche e caratteriali dei personaggi, le cui basi erano già state gettate in Madagascar. E', infatti, con la curiosità di vedere cosa combineranno questa volta Alex, Marty, Gloria, Melman e, in particolare -confessiamolo- la travolgete gang di pinguini che ci rechiamo al cinema, complice anche una sapiente strategia di marketing che, nei trailer, è riuscita a concentrare scene accattivanti e a catturare la nostra attenzione. Diversamente da quanto spesso succede, le migliori gag non sono, però, tutte contenute solo negli spazi pubblicitari e, di fronte allo schermo, le nostre aspettative vengono pienamente soddisfatte.
Come nei migliori film animati primariamente destinati ad un pubblico infantile, ma non solo, le avventure dei nostri amici animali mescolano un messaggio di esaltazione dei valori importanti della vita come l'amicizia, la famiglia e la generosità a temi attuali come la salvaguardia della diversità e la valorizzazione della propria individualià. E, per farlo, si affidano ad un tono ironico, a tratti piacevolmente irriverente, che attraverso trovate e battute divertenti e mai banali ci guidano dalla caotica giungla cittadina agli sconfinati e mozzafiato paesaggi africani.
Geniale e funzionale alla vivacizzazione del ritmo e all'originalità della pellicola l'idea di dare spazio a personaggi che, nel primo episodio, erano rimasti ai margini (tutt'altro che che bui) come l'arzilla e combattiva vecchietta, special guest star alla guida di gruppo di turisti newyorkesi catapultati in un mondo, per loro inusuale, che poi così estraneo dal proprio in fondo non è.
Accompagnato da una coinvolgente colonna sonora, rubando qua e là a diversi generi cinematografici (avventura, arti marziali, disaster movie ecc.) e traendone gli spunti più spassosi, Madagascar 2 è senz'altro una chicca dell'offerta cinematografica natalizia che vale la pena non perdere.


VOTO: /5