domenica 27 marzo 2011

Un marito ideale

Martedì 22 marzo 2011 il Teatro Fraschini di Pavia ha presentato all’interno della rassegna “Altri Percorsi” lo spettacolo “Un marito ideale”, commedia di Oscar Wilde del 1893 tradotta ed interpretata per l’occasione da Roberto Valerio che ne ha curato anche la regia.
Il testo, scelto indubbiamente anche per le sue ricadute sull’attualità politica contemporanea, mostra un affresco pungente e a tratti sarcastico della società borghese, del suo mondo di apparenze e del sottile equilibrio tra moralità, coerenza e interesse personale. Per farlo sceglie toni ironici e un po’ canzonatori – caratteristiche prevalenti nel personaggio di Lord Goring (Pietro Bontempo) – dandy sfaccendato che deve giostrarsi tra i problemi di una coppia di amici – Mr e Mrs Chiltern (Chiara Degani) - messi in crisi dalle rivelazioni della signora Cheveley (Valentina Sperlì), arrivata da Vienna per ricattare Sir Chiltern (Roberto Valerio) minacciando di stroncare la sua brillante carriera politica.
Può una grave scorrettezza commessa in gioventù e da cui è dipeso tutto il proprio successo essere considerata solo come un banale errore imputabile all’imprudenza ed all’inesperienza ed essere pertanto celata a favore di una nuova e più consapevole maturità raggiunta con gli anni? Può la verità essere taciuta? Oppure la coerenza esige il coraggio di andare fino in fondo ammettendo i propri sbagli? Può il linguaggio dei princìpi essere solo bianco o nero oppure sono ammesse sfumature?
Interrogativi che sorgono spontanei di fronte alle vicende narrate e che dall’ambito della vita pubblica sfumano verso quella privata, intrecciando sentimenti e carriera, aspettative muliebri e scomode realtà per culminare nel dubbio relativo alla vera esistenza del marito ideale che dà il titolo alle piece. Sbaglia la moglie nella sua intransigenza? Si devono perdonare gli inciampi del passato? In ogni caso o solo se chi li ha commessi promette di non ricadervi più? Si debbono espiare le proprie colpe? E’ giusto a volte accantonare i propri ideali per il bene dell’altro? Il marito è cambiato veramente?
Non tutte queste domande trovano una risposta chiara, alcuni quesiti rimangono aperti … al pubblico il compito di dare la propria interpretazione.
Dinamico e fluido, anche grazie all’originale scelta di presentare la storia in flashback con un effetto rewind, lo spettacolo fa scorrere vivacemente le quasi due ore di rappresentazione offrendo molti spunti di riflessione.




VOTO: /5

giovedì 17 marzo 2011

Accidenti, che ospitalità!

Poltroncine di legno scricchiolanti, sedie e sgabelli distribuiti qua e là, un telo semitrasparente calato dal soffitto e ondeggiante nel buio a coprire un palco che ospita strumenti musicali … così si presenta Spazio Musica a restituire un’atmosfera un po’ retrò per la proiezione del film “Accidenti, che ospitalità!” (1923) di Buster Keaton.
Un tuffo nel cinema del passato, l’appuntamento con una delle proiezioni del ciclo “Cinestesia”, la rassegna che prosegue con successo ormai da diversi anni e che porta in scena alcuni dei capolavori del muto accompagnati dal vivo dalle note del Collettivo bluEsForCE.
Quest’anno le proiezioni sono dedicate al confronto tra due maestri della comicità: Charlie Chaplin e Buster Keaton.
In questa sua seconda pellicola, Keaton racconta la storia di Will McKay che, innamoratosi di Virginia durante il viaggio di ritorno verso il suo paese natale, dovrà vedersela con la famiglia di lei, decisa ad ucciderlo in nome di una pregressa e duratura faida tra le due famiglie. Questo intento non sarà, però, così facile da realizzare visto che, per le regole della buona ospitalità, padre e fratelli di Virginia non possono fargli del male fino a che Will si trova sotto il loro tetto.
Gag divertenti, guidate da una comicità delicata, per questo film che vede Keaton come regista e attore. Degna di nota la lunga sequenza dedicata al viaggio in treno, ricostruzione di uno dei primitivi esemplari di tratta ferroviaria delle origini e spunto per numerosi buffi episodi.
Il vivace accompagnamento che vede i musicisti improvvisare sulle immagini, costituendo la colonna sonora in campo e fuori campo, aggiunge fascino e verve al film, esaltandone l’ironia e la qualità.
Un’esperienza decisamente da consigliare per rivivere in un ambiente raccolto il gusto del cinema delle origini.



VOTO: /5

domenica 6 marzo 2011

Mamma Mia! (il musical)

Ammettiamolo, forse memori del celebre film e delle indimenticabili canzoni degli ABBA, si varca la soglia del Teatro Nazionale col timore di rimanere un po’ delusi di fronte alla trasposizione italiana del musical che, con una punta di scetticismo, si teme non riesca ad essere all’altezza dei testi in lingua originale che costituiscono la colonna sonora portante dello spettacolo. Bastano, però, pochi minuti per ricredersi completamente e scoprire che “Mamma Mia!” è perfettamente in grado di reggere il confronto.
Avvertendo simpaticamente il pubblico più “sensibile” che si farà largo uso di zeppe e tutine in lycra, lo spettacolo, introdotto da un piacevole medley e da un suggestivo gioco di luci che accompagnerà tutte le scene, ci immerge nella storia di Sophie, ventenne alla vigilia delle nozze alla ricerca di un padre tra tre possibili candidati ex fiamme di Donna, la sua intraprendente e anticonformista mamma.
Ambientata in un’isola greca - ricostruita con una scenografia semplice, ma funzionale, capace di trasformarsi rapidamente in struttura alberghiera, bar, patio, spiaggia, chiesa in un susseguirsi di interni ed esterni – la vicenda amalgama un cast affiatato e coinvolgente che comprende un divertente e strampalato duo di “zie”, baldi e aitanti giovanotti e un tris di quasi-padri che si dividono tra nostalgici momenti di immaturità e desiderio di assumersi le proprie responsabilità.
Voci pulite e potenti interpretano le famose note degli ABBA per l’occasione adattate in italiano con testi non banali e orecchiabili. Una recitazione ironica ed espressiva ben si amalgama con le coreografie vivaci e ben eseguite.
Il risultato è un musical molto gradevole che fa scorrere in un soffio le circa due ore e mezza di spettacolo, riuscendo a trascinare il pubblico con il suo ritmo in un movimentato numero finale.



VOTO: /5