martedì 29 novembre 2011

Per non morire di mafia

Appassionante, coinvolgente, sentito il primo spettacolo della stagione "Altri Percorsi" del Teatro Fraschini di Pavia. "Per non morire di mafia" la trasposizione teatrale del libro-autobiografia che racconta l'esperienza di Pietro Grasso giovane magistrato nominato giudice a latere del maxiprocesso di Palermo del 10 febbraio 1986 contro "cosa nostra".
Sebastiano Lo Monaco, con la regia di Alessio Pizzech, porta in scena la vita di uomo coraggioso che ha deciso di impegnare la sua esistenza per combattere la mafia e che, così facendo, ha messo a rischio sè stesso e la sua famiglia, ipotecando la propria libertà per il raggiungimento di un più alto scopo: difendere la libertà di tutti. Ne nasce il ritratto di un uomo scrupoloso, capace di rapporti profondi - come quelli instaurati con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con cui condividerà gli stessi obiettivi - razionale, fermo e allo stesso tempo umano nella sua ansia di marito e padre, in grado di arrabbiarsi di fronte alla crudeltà della criminalità organizzata e pronto a inseguire il suo sogno di bambino. Un messaggio forte che si fa universale: sono le grandi utopie a fare la storia. E allora anche il grido di un fanciullo che gioca può trasformarsi nel destino di una vita alimentato da una speranza: "Liberti tutti! Liberi tutti!"
Una scena essenziale dominata da una lavagna su cui vengono annotate una serie di parole chiave che ci guidano alla scoperta di un'esistenza che si mescola alla storia, una storia di cui tutti facciamo parte e in cui tutti siamo chiamati ad agire. E la lavagna si fa specchio pronto a riflettere la nostra immagine, a dirci che anche noi possiamo contribuire a contrastare questo mostro: parlandone, non facendo calare un velo di omertà e indifferenza, perchè è nel silenzio che la mafia si ossigena e rialza il capo.



VOTO: /5

Nessun commento: