domenica 15 gennaio 2012

ITIS Galileo

Teatro pieno per la seconda serata di “ITIS Galileo”, lo spettacolo di Marco Paolini che porta al Fraschini la vita del più famoso ‘fiorentino nato a Pisa’ che rivoluzionò – è proprio il caso di dirlo – il modo di vedere il mondo.
Non, però, un Galileo aulico e altisonante, visto attraverso il filtro del nozionismo e dell’interpretazione filosofica in senso stretto, ma un Galileo da ‘istituto tecnico’ con tutta l’ammirazione che a questa etichetta può essere attribuita versus la denigrazione tipica di una più comune e radicata opposizione tra arti del quadrivio e materie del trivio che trae origine col nascita delle istituzioni scolastiche antiche.
Uno spettacolo che, dopo un minuto di rivoluzione, si apre con l’analisi di un’immagine, l’illustrazione introduttiva del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, testo per il quale Galileo verrà processato dalla Santa Inquisizione. Subito il pubblico viene coinvolto e reso protagonista in un gioco didattico–istruttivo che l’attore sa guidare con maestria e agilità.
Su un palco animato semplicemente da un pendolo-bomba-sistema solare manovrato da un gioco di argani, Paolini racconta le tappe fondamentali della vita di Galileo dalla giovinezza alla vecchiaia, passando dal trasferimento a Padova, dall’invenzione del cannocchiale e dai viaggi a Roma fino al ritorno in Toscana.
Per farlo mescola gli ingredienti che rendono così coinvolgente e avvincente il suo teatro di narrazione: passione, che usa per delineare il ritratto di un uomo geniale eppure fragile e non privo di difetti; presenza scenica forte, in grado di catturare l’attenzione del pubblico senza cedimenti; abile gioco di riferimenti attuali che non risultano mai pesanti o gratuiti; scioltezza recitativa e linguistica che gli permettono di mescolare differenti dialetti e parlate nella ricostruzione di fatti ed episodi storici.
Tra le righe di questa rappresentazione e nel finale scenografico l’invito, traendo spunto dal racconto delle gesta e del percorso di Galileo, a non accettare gli schemi imposti dal tempo e dalla consuetudine, ma ad avere il coraggio di operare una rivoluzione.



VOTO: /5

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