sabato 12 febbraio 2011

Roman e il suo cucciolo

Forte, crudo, potente: così si è presentato lo spettacolo “Roman e il suo cucciolo” in scena al teatro Fraschini dal 8 al 10 febbraio per la sezione prosa.
Protagonista un Alessandro Gassman perfettamente calato nella parte di Roman, un rumeno emigrato da ragazzino con la madre in Italia per sfuggire al regime di Ceausescu e diventato spacciatore per sopravvivere e per mantenere il figlio. Il suo Cucciolo, cresciuto tra pusher e protettori, ma tuttavia con l’inclinazione alla scrittura. Un giovane non italiano, ma nemmeno rumeno che si sente lontano dalle proprie origini e allo stesso tempo non integrato nella società in cui è nato. Un ragazzo il cui padre vorrebbe tenerlo lontano dall’uso delle sostanze grazie alle quali si mantengono, sperando per lui un futuro migliore. Un Cucciolo, però, indifeso e solo. Alessandro Gassman dà vita ad un padre irruente, un uomo che sbaglia, che prevarica a volte, ma che a suo modo vuole bene al figlio e che non riuscirà a sopportare il proprio fallimento più grande.
Una compagnia di attori (oltre a Gassman, Manrico Giammarota, Sergio Meogrossi, Giovanni Anzaldo, Matteo Taranto, Natalia Lungu, Andrea Paolotti) che - attraverso una recitazione urlata, a tratti violenta, ma non per questo poco curata - restituisce con lucido realismo tutto lo squallore, il disagio e il dolore dell’ambiente della droga e della prostituzione che schiaccia e travolge ogni barlume di evasione e di speranza.
Ad amalgamare il tutto una suggestiva scenografia (firmata da Gianluca Amodio) che, con gusto cinematografico fatto di stacchi, primi piani, sequenza in sovraimpressione e note sonore di accompagnamento, crea un’ambientazione altrettanto bruta e scrostata sullo sfondo della quale si svolgono le vicende. Un’atmosfera che trascina a forza lo spettatore nel mezzo della scena, che lo coinvolge emotivamente, che non gli permette di rimare al margine.
Uno spettacolo decisamente degno di nota che non può lasciare indifferenti.



VOTO:/5

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