martedì 4 gennaio 2011

Megamind 3D

Voli mozzafiato tra grattaceli, salvataggi di fanciulle in pericolo, l’eterna lotta tra il bene e il male che si fronteggiano sullo sfondo metropolitano sono gli elementi ripescati a piene mani dal mondo dei fumetti e dei supereroi e sapientemente rielaborati con il consueto gusto citazionistico dalla Dreamworks per il suo ultimo film d’animazione “Megamind”.
In origine fu il lancio intergalattico di due frugoletti extraterrestri appena nati, spediti nello spazio dalle rispettive famiglie per salvarli dalla distruzione imminente dei propri pianeti. L’uno bello, dotato di superpoteri e avviato ad una vita di successi; l’altro dai grandi occhioni su di un capo decisamente sovrasviluppato, molto intelligente, ma destinato a scoprire presto il sapore dell’emarginazione e dell’umiliazione. Fin dall’infanzia le strade dei due protagonisti si incrociano e si scontrano a delineare quello che sarà il loro futuro: il primo diventerà MetroMan, paladito di MetroCity, adorato dalla folla che a lui inneggia come difensore della pace contro i crimini; il secondo, fallito il tentativo di stare dalla parte dei buoni, deciderà di eccellere nella cattiveria e sarà MegaMind, l’eterno rivale della giustizia.
Fino a qui, la trama rientra nel più classico filone del genere comics dei supereroi se non fosse che Megamind – contrariamente alle aspettative di tutti, anche alle proprie – riesce a uccidere MetroMan e, dopo qualche tempo di libere scorribande, si accorge che la sua quotidianità non ha più senso privata della presenza del Bene da contrastare. Si attiva così per creare un nuovo eroe che possa tenergli testa, ma le cose non andranno come previsto e il Cattivo si scoprirà, suo malgrado, buono e capace di innamorarsi.
L’azione, accompagnata e supportata da una notevole e piacevole colonna sonora rockettara (si va dagli AC/DC ai Guns N’Roses), si avvale della tecnica del 3D in questa occasione non stucchevole o superflua.
A sostenere e a dare vivacità al racconto, la scelta di caratterizzare i personaggi ancora una volta – come da tradizione Dreamworks – all’insegna della parodia: conosciamo così un super cattivo che incespica con alcune difficoltà linguistiche, unpolitically correct e teneramente alle prese con le ansie dei primi appuntamenti e un eroe un po’ affaticato dal peso della responsabilità che vorrebbe dedicarsi alla sua passione nascosta invece che a salvare il mondo. Il tutto con strizzate d’occhio e irriverenti richiami all’attualità politica contemporanea.
Doveroso citare il pesciolino-robot Minion, l’immancabile personaggio spalla (senza di loro tanti cartoni di ultima generazione non avrebbero lo stesso appeal) capace di esaltare con verve e simpatia la figura di Megamind e di ricordare con ironia e spensieratezza il valore dell’amicizia.
"Megamind" si dimostra decisamente un altro colpo ben riuscito della Dreamworks.




VOTO: /5

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