giovedì 19 marzo 2009

Buon viaggio professore......

In un blog che, per quanto modestamente, parla di cinema non poteva mancare un ultimo saluto a un professore che di cinema ha vissuto e che ha insegnato ai suoi studenti ad amarlo ancora di più......così ho deciso di usare le parole che chi la conosceva bene ha scelto di dedicarle con grande affetto.....buon viaggio professore.


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

(Eugenio Montale, Ho sceso dandoti il braccio...)

martedì 17 marzo 2009

India

Lunedì 16 marzo è andato in scena al teatro Fraschini lo spettacolo India per la rassegna "Altri percorsi". E proprio della scoperta di altri percorsi si tratta, percorsi che fanno avventurare lo spettatore nell'appassionante mondo delle credenze e della mitologia di uno dei paesi più affascinanti dell'Oriente.Mara Baronti, attrice che da molti anni si dedica al teatro di narrazione, ci guida -sotto la regia di Alfonso Santagata- nell'esplorazione di un vasto repertorio di racconti e di miti fondativi della cultura e della religiosità indiana. Ci avviciniamo così -attraverso le storie di figure divine quali Brahma, Shiva, Vishnu, Kama, Sati e molti altri- alle leggende sulle origini del mondo, della morte, della passione e della concezione ciclica della vita. Così lontana dall'approccio lineare del mondo occidentale, questa visione del tempo, di uno scorrere e ricorrere di tutte le cose da cui nessuno e niente è escluso è più volte richiamata nel corso dello spettacolo, oltre che dalle parole, dall'immagine riccorrente delle ruota suo simbolo chiave.La voce suadente e coinvolgente della narratrice si amalgama con un apparato scenico di straordinaria ricchezza ed eterogeneità, realizzato da Beatrice Meoni. Pannelli mobili e trasformabili, sui quali vengono proiettate luci, immagini e video, vengono animati da Cristina Alioto e Patrizia Belardi che danzando, cantando e suonando, con grande perizia e raffinatezza, danno vita a quadri di grande fascino. Uno fra tutti il ballo della gonna roteante che sembrava, a tratti, sospeso in un ritmo surreale di rallentamento e accelerazione.
Per concludere con un triplo finale del quale vorrei ricordare l'ultimo aneddoto: un racconto che ci porta a riflettere su come, nonostante tutte le differenze filosofiche e religiose, l'interrogativo principe dell'uomo -qualunque sia la sua cultura- sia la ricerca incessante di un senso della vita che si ritroverà a pieno solo con il ritorno al Tutto:

Una bambola di sale aveva mille domande e dubbi e desiderava
conoscere l'oceano che le aveva dato la vita per interrogarlo
e per dare una risposta a tutte le sue perplessità.
Arrivò all'oceano carica di tutte le sue incertezze e,
non appena mise piede nell'acqua che l'aveva generata,
si sciolse e tutte le sue inquietudini sparirono;
non aveva più dubbi, nè domande...
era tornata all'Origine.



VOTO: /5

domenica 15 marzo 2009

Bello di papà

Un "canoa" di risate arriva al teatro Fraschini di Pavia dal 13 al 15 marzo con la commedia di Vincenzo Salemme "Bello di papà".
Cosa accade se nella vita di un ultraquarantenne, eterno fidanzato, maniaco dell'arredamento e allergico alle responsabilità, piombano uno strambo psichiatra (Giovanni Ribò) e un bambinone un po' cresciuto (Domenico Aria) in cerca di una figura genitoriale maschile di riferimento? Questo è proprio ciò che scopriremo lungo le due ore di spettacolo che vedono nei panni del protagonista, l'affermato dentista Antonio, uno strepitoso e travolgente Vincenzo Salemme. L'uomo, talmente allergico alla paternità che perfino i suoi amici allo scoprirlo PADRE credono si sia fatto prete, viene coinvolto -contro ogni sua volontà e con la complicità della compagna Marina (Yuliya Mayarchuk)- in un bislacco progetto terapeutico che lo costringerà a confrontarsi con le suo più temuto incubo. Ma per il povero dentista le cose si fanno ancora più complesse visto che, oltre alla improvvisa "nascita", dovrà frontaggiare anche le curiosità e le incursioni di una famiglia d'origine che più assortita e variopinta di così non si può: il cognato Attilio (Nicola Acunzio), la sorella (Susy Del Giudice), la madre (Adele Pandolfi). Se poi ci si mettono anche un assistente (Antonio Guerriero) un po' confusionario e una malcapitata paziente (Roberta Formilli), il divertimento è assicurato.
In una scenografia accattivante e funzionale ai cambi di scena, firmata da Alessandro Chiti, tutti i personaggi si inseriscono e si amalgamano in una compagine comica fatta di perfetta sintonia e di precisa scelta dei tempi, di giochi linguistici e battute umoristiche e di gestualità sapientemente sfruttate a sottolineare gli scambi di battute.
In un turbinio incalzante e coinvolgente Vincenzo Salemme, forte della sua napoletanità consapevolmente e non esageratamente impiegata, colpisce il pubblico che viene coinvolto materialmente nella rappresentazione e non può fare a meno di ridere di fronte alle avventure di questo eterno Peter Pan, come ce ne sono tanti.
E come in ogni commedia che si rispetti, che riesca con leggerezza e ironia a tratteggiare un fenomeno di costume senza però dimenticare di fornire un aggancio alla riflessione, alla fine -volente o nolente- il nostro Antonio farà i conti con il suo istinto paterno che, per quanto nascosto e rimosso, non potrà soffocare....perchè forse le responsabilità, una volta affrontate, non sono poi così male.



VOTO:/5

lunedì 9 marzo 2009

Il dubbio

Ti attanagli, ti stringe il cuore nel petto, non ti fa dormire, ti lacera.......il dubbio. Quel sospetto che non lascia spazio ad altro, che travolge e stravolge le vite come una valanga non sempre giustificata, che non lascerà mai più le cose come erano prima è al centro dello spettacolo teatrale andato in scena dal 3 al 5 marzo presso il teatro Fraschini di Pavia.
Il testo nato nel 2004 dalla penna di John Patrick Shanley e vincitore del premio Pulitzer nel 2005 è stato adattato per il palco da Margaret Mazzantini per la regia di Sergio Castellitto. In una scenografia essenziale, fatta di quinte mobili che disegnano forme simboliche e di mutamenti di ambiente svelati apertamente al pubblico, si racconta la storia di Padre Flynn, (Stefano Accorsi) sacerdote cattolico attivo presso una scuola religiosa, che viene accusato di aver molestato un ragazzino di colore. Paladina di questa crociata contro il prete è Suor Aloisia (Lucilla Morlacchi), direttrice della scuola che, confermata nei suoi precedenti sospetti dalla testimonianza involontaria di Suor James (Alice Bachi), ne chiede la sospensione dall'incarico.
Lucilla Moralcchi dà vita ad un'intensa Suor Aloisia che, legata a schemi e preconcetti educativi di vecchio stampo, procede dritta sulla sua strada mostrando a volte una eccessiva severità nei confronti non solo del sacerdote, ma di tutti coloro che la circondano. Tuttavia la donna, al di là dei pregiudizi e della mentalità chiusa, sembra animata dalla sincera volontà di impedire che fatti tanto riprovevoli si verifichino ai danni di un bambino.
Stefano Accorsi interpreta un Padre Flynn che, continuando a professarsi innocente, vuole farsi esempio di un rapporto con i ragazzi legato al rispetto reciproco e alla comprensione e che, nelle sue prediche, sostiene con forza e impeto la pericolosità della calunnia e del pettegolezzo.
Da questo scontro nessuno riuscirà ad uscire indenne dal dubbio. Le certezze si incrinano, le convinzioni si offuscano e nemmeno il pubblico, altalenando tra i due opposti fronti, riuscirà a trovare una risposta definitiva a questo dilemma.
Questo spettacolo, in cui il vero e unico protagonista è appunto il dubbio con i suoi meccanismi sottili, ma inarrestabili, inevitabilmente riporta a una condizione che va ben al di là del fatto contingente e che permea l'intera esistenza umana specialmente nei periodi di crisi.



VOTO: /5