martedì 1 aprile 2008

Tutta colpa di Garibaldi

Ieri 31 marzo, a Pavia, è andato in scena l'ultimo appuntamento del ciclo "Il teatro che ride". Gioele Dix, abbandonato il ruolo dell'automobilista cronicamente "incazzato" dell'ultima stagione di Zelig, arriva al teatro Fraschini con lo spettacolo Tutta colpa di Garibaldi.
Il testo, del quale l'attore protagonista è autore insieme a Nicola Fano e a Sergio Fantoni (anche regista dello spettacolo), in un mescolarsi di comicità e riflessione, ripercorre alcune delle vicende che vedono coinvolto l'Eroe dei Due Mondi nel processo verso l'unità d'Italia. Da un accurato studio di memorie e testimonianze emerge un ricco e variegato ritratto di Garibaldi che, attraverso alcuni episodi salienti della storia "italiana" dalla prima guerra d'indipendenza alla spedizione dei mille, attraverso gli esili e i viaggi all'estero, restituisce un'immagine del generale coraggioso, del condottiero a volte spericolato, del marito innamorato e dell'uomo tenace che , fiducioso nel proprio obiettivo, "vuole farsi i fatti degli altri in un paese dove tutti pensano ai fatti propri".
Lo spettacolo inizia quando Gioele Dix arriva su un improbabile palco per mettere in scena uno spettacolo su Garibaldi e qui trova una brutta sorpresa visto che, ad attenderlo, invece di un'intera e organizzata compagnia di attori e tecnici, l'attore trova solamente una volenterosa e vivace "location manager" brasiliana (Edmarcia De Androade) e un abile contrabbassista spagnolo (Matteo Malavasi) a sostituire l'orchestra. Proprio in loro compagnia, dopo un'iniziale riluttanza, l'attore comincia le prove generali di quella che non vuole essere una semplice lezione di storia, ma l'ironica e a volte sarcastica riscoperta di avvenimenti del passato che hanno segnato indelebilmente il destino italiano. Ed è così che, accompagnata da un sottofondo musicale magistralmente interpretato ed estremamente vario (si va dal rock agli inni nazionali, passando attraverso le canzoni patriottiche, i ritmi latini e gli spartiti di cantautori italiani), si srotola davanti gli occhi dello spettatore una sequenza di eventi nei quali è possibile riconoscere innegabili somiglianze con la contemporaneità. Ed ecco che tra approssimate (solo per quanto riguarda i mezzi di scena e non certo i contenuti) ricostruzioni storiche, battute umoristiche e giochi di parole, favoriti dall'internazionalità dello staff e dalla veloce parlata della preziosa assistente sudamericana, emergono temi attuali da quelli quali gli interessi e l'incoerenza della classe politica, il conflitto d'interessi, il lavoro precario condito dagli estenuanti "le faremo sapere" e molto altro ancora. A fare da filo conduttore quel concetto di italianità che ha potuto svilupparsi e prendere piede proprio grazie a (o forse sarebbe meglio dire 'per colpa di') Garibaldi che con le sue aspirazioni a dato il via al processo di unificazione nazionale. Un'italianità messa alla berlina in questo spettacolo e fatta di incoerenza, di disorganizzazione e di quei luoghi comuni che ci rendono malamente noti all'estero.
A suo agio nel riprodurre le più disparate sonorità dialettali dei regni pre-unitati a servizio di una narrazione puntuale, ma divertente, attraverso una recitazione briosa e versatile, Gioele Dix ci guida in questo insolito e interessante viaggio alla scoperta non solo di un personaggio storico, ma anche di una parte di noi e della nostra natura.




VOTO: /5

Nessun commento: