venerdì 28 marzo 2008

Muratori

Curiosa di vedere dal vivo uno spettacolo che avevo "solo" sentito raccontare dal suo autore, mio coinvolgente e brillante professore durante un corso universitario di scritture per la scena e per lo schermo, mi sono recata ieri, 27 aprile, al teatro Fraschini di Pavia per assistere alla messa in scena di Muratori.
Giunto al sesto anno di repliche, questo testo è finalmente arrivato nella città natale di Edoardo Erba, il drammaturgo che lo ha ideato, e ha saputo coinvolgere la platea con la sua ironia e col suo tono leggero, ma non frivolo. E' attraverso battute e situazioni divertenti, infatti, che lo spettatore, tra una risata e l'altra, è condotto in un viaggio tra la quotidianità umana più concreta e il mistero di una visione poetica dell'esistenza incarnato dal medium teatrale.
Muratori racconta la storia di due manovali romani Fiore (Paolo Triestino) e Germano (Nicola Pistoia) che, per raggiungere il sogno di aprire una loro ditta di spurghi, accettano di lavorare per un'imprenditore che ha chiesto loro di chiudere con un muro il boccascena di un teatro ormai in disuso, per permettere al supermercato vicino di allargare il proprio magazzino. Ovviamente, complici i vincoli dei beni culturali e l' abitudine italiana allo sfruttamento del lavoro irregolare, i due sono costretti a lavorare in nero e di nascosto.
E così, in un originale e coinvolgente gioco metateatrale, l'intero teatro pavese -e non solo il palcoscenico- si trasforma nel deserto stabile romano nel quale, di notte, giungono i due amici per portare a termine il loro compito. Il pubblico in sala "scompare" trasportato dal magico gioco del Teatro in un'altra dimensione, per farsi testimone delle fatiche e delle confidenze dei due muratori che, spingendo su è giù dal palco carriole cariche di mattoni, riflettono a modo loro sui problemi di tutti i giorni, sulla vita, sulle delusioni d'amore e su alcuni dilemmi della contemporaneità.
E mentre, come moderni automi che ricordano un po' le catene di montaggio chapliniane e gli operai langhiani di "Metropolis", costruiscono questo muro, incontrano Giulia (Eleonora Vanni), una donna bellissima e seducente che modificherà la loro visione delle cose. Questa figura, avvolta nel mistero, altri non è che la protagonista della " Signorina Giulia" di Strindbergh, ultimo spettacolo andato in scena in quel teatro. Con il suo ingresso la protagonista femminile porta con sè tutto il potere evocativo del Teatro che, sebbene risulti sempre più estraneo in un mondo concentrato spesso solo sui beni materiali, deve essere difeso e salvaguardato.
Guidata dalla regia di Massimo Venturiello, l'interpretazione dei due attori (che ho potuto apprezzare al meglio, favorevole un ottimo posto a sedere che mi ha permesso di vivere da vicino la loro presenza) mette in risalto qualità di immediatezza e di affiatamento che, insieme ad un testo vivace nel quale le battute e gli scambi si susseguono senza mai perdere la loro frizzantezza e pregnanza, contribuiscono a fare di Muratori uno degli spettacoli più interessanti e godibili di questa stagione teatrale pavese.



VOTO:/5

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