
Protagonista probabilmente ancora inusuale per un cartoon, ma attualissima in un mondo (specialmente occidentale) in cui la percentuale degli anziani è in continua crescita, la Vecchiaia si presenta in tutte le sue sfaccettature.
Lontano dall'edulcorata immagine dei dolci e pacifici pensionati, Carl Fredricksen è un settantonne che,"imburberitosi" in seguito alla perdita della moglie, trascorre il suo tempo in solitudine, circondandosi del suo passato e dei ricordi-feticcio di una vita felice. Costretto a fare i conti con la speculazione edilizia e con il turbinio di una realtà che vuole destinarlo al tranquillo ritiro in una casa di riposo full-optional, Carl decide di non arrendersi e di aggrapparsi letteralmente -casa al seguito- al sogno da sempre 
Non ha fatto, però, i conti con Russel simpaticissimo e maldrestro scout che, per rendersi utile e guadagnare la tanto agognata spilletta che gli permetterebbe di passare del tempo con suo padre, si ritrova compagno di avventure di questo sorprendente vecchietto.
Ed è dal meraviglioso e proficuo incontro di due generazioni che nasce un viaggio pieno di avventure verso il Sud America, sulle orme di Charles Muntz, famoso esploratore, che incarnerà un altro risvolto dell'età avanzata: l'egoismo e il desiderio di riscatto.
Tra pennuti in via di estinzione, cani dai tecnologici collari e imprevisti di origine atmosferica, Carl e Russel si inoltrano in un percorso che va ben al di là dei km e che, in un continuo scambio bilaterale, li porterà ad una solida amicizia.

Degno di nota è l'inizio del film che racconta con grande delicatezza e garbo la storia di un grande amore che, a mio parere, può rientrare a pieno titolo tra le sequenze più romantiche e toccanti della storia del cinema.
Una piccola nota, come ormai consuetudine, va anche al piccolo capolavoro formato mignon costituito dal corto introduttivo che, nato dalla sconfinata fantasia degli sceneggiatori Pixar, racconta l'origine dei "teneri" fagottini trasportati dalle cicogne.
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